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venerdì 26 aprile 2013

L'INCLINAZIONE SUL PORTALE GLI AUTORI

Vi invito a visitare la pagina che Simone Fieni, che ringrazio, mi ha dedicato sul portale Gli autori, ecco il link per scoprire questo e altri miei libri e un'anteprima:

http://www.gliautori.it/larazavatteri.html

martedì 9 aprile 2013

NIVES E UNA VERITA' SCOMODA-ESTRATTO DEL LIBRO GRATUITO

La giornalista Nives sta attendendo notizie per poter scrivere il suo pezzo sul furto del quadro della Gentileschi, quando scopre una verità agghiacciante...



 “Di questo passo” pensò “non riuscirò mai a scrivere un pezzo decente oggi pomeriggio”.

 Le attese, e poi la fretta di scrivere per arrivare in tempo, erano parte del suo lavoro ma non per questo le risultavano meno snervanti: temeva sempre di non riuscire a svolgere il compito che le era stato assegnato. Imitando i colleghi, si sedette su uno dei gradini che portavano all’entrata, già pensando, come faceva sempre, all’attacco del suo pezzo. Doveva informarsi anche su quella pittrice, sapere di più su di lei e sulle sue opere, così da redigere anche un piccolo box a fianco del pezzo principale, che sicuramente dalla redazione le avrebbero chiesto. Non aveva mai sentito quel nome ne aveva idea di quali fossero i temi preferiti dalla Gentileschi o la sua tecnica. Avrebbe dovuto lavorare per cercare di tracciarne un profilo esaustivo ed allo stesso tempo comprensibile da tutti, senza tecnicismi che avrebbero reso difficoltosa la lettura ai non addetti ai lavori. Era ancora immersa in questi pensieri quando un giovane poliziotto raggiunse il gruppo dei giornalisti e subito tutti si alzarono per andargli incontro e sapere a che punto fossero le indagini. Il poliziotto avanzava verso di loro un po’ impacciato, non doveva essere abituato a trattare con la stampa e chissà per quale motivo avevano mandato proprio un novellino a svolgere quel compito, ma contro ogni aspettativa si dimostrò subito disponibile a rispondere alle domande.

“Qual è la dinamica dei fatti?” chiese un ragazzo inviato dal telegiornale, ancor prima che il giovane rappresentante delle forze dell’ordine potesse aprir bocca.

“Il ladro probabilmente si è mescolato con gli altri visitatori, ieri, ed è poi rimasto all’interno del Museo fino a notte inoltrata” disse il poliziotto “questo l’abbiamo dedotto dal fatto che non vi sono forzature di nessun genere né all’accesso principale né a quelli laterali, né alle finestre. Inoltre- proseguì- è riuscito a non far scattare nessun allarme e nemmeno il custode si è accorto di nulla. Solo stamattina poco prima dell’apertura del Museo ha notato che il quadro mancava e ci ha subito avvertiti”.

“Com’è possibile?” incalzò una giornalista che era giunta tra i primi davanti al Museo “insomma com’è riuscito a non far scattare l’allarme?”

“Ci stiamo lavorando” disse solo il poliziotto “e comunque si tratta di una donna”.

“Una donna?” chiesero in molti, sorpresi.

“Sì, una donna. Il ladro è una ladra” fece il poliziotto, senza ombra di stupore nella voce. Ma quei giornalisti da che pianeta venivano per essere sorpresi che una donna potesse rubare? “Anzi, sono uscito proprio per questo. Vogliono che vi accomodiate dentro, la telecamera ha filmato qualcosa”.

I giornalisti non se lo fecero ripetere due volte e sciamarono in massa verso l’entrata, così anche Nives si trovò all’interno del Museo, in un piccolo ufficio, in piedi, a fissare un video che rimandava frammenti sfocati catturati dalla telecamera, senza che però nessun allarme avvertisse che si stava compiendo un crimine.

“Purtroppo le immagini non sono per niente nitide, si vede pochissimo” disse il capo della Polizia, mentre la direttrice osservava i giornalisti con fare distaccato e quasi di disprezzo.

“Riccardo, fallo partire” disse il poliziotto a un suo sottoposto, e il video partì.

 L’immagine restituita era davvero approssimativa e la donna era visibile solo di spalle. Tuttavia si riconoscevano dei capelli castani scuri, un certo tipo d’andatura, un modo d’incurvare le spalle dopo un po’ che camminava. Troppo poco per le forze dell’ordine, ma non per Nives. Non appena i primi spezzoni erano apparsi sul video, un brivido l’aveva scossa tutta. Aveva represso a stento un’espressione di meraviglia che le si stava dipingendo in volto e poi un urlo quando ne ebbe la certezza. Si era guardata intorno per capire se qualcuno la stava osservando, ma tutti erano intenti a fissare il video con un misto di delusione e rabbia per non aver scoperto nulla di sensazionale da poter raccontare in un articolo. Pareva che quei frammenti non interessassero molto, ed in effetti a parte il colore dei capelli e la statura, non c’erano altri indizi utili per le indagini. Ma lei invece conosceva bene quel modo di camminare, quella tendenza a incurvare le spalle, perfino quella sfumatura dei capelli tra il rame scuro e il nero. Conosceva ogni dettaglio, quei dettagli che invece mancavano a tutti gli altri, perché lì, dentro al video catturato dalle telecamere di sorveglianza che non erano servite a nulla, c’era la persona che più le era familiare al mondo. Lei.